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Per me educare vuol dire comprendere, guidare, realizzare il carattere del cane. Ma per vivere nel contesto urbano, in famiglia, nel mondo il cane ha bisogno di disciplina, disciplina che è perfettamente
Altra cosa fondamentale per me è utilizzare le varie metodi di addestramento a seconda dei cani che hai davanti. Per questo io non sono una "talebana" di un sistema, ma mi adeguo al cane e al conduttore che ho davanti.
Ci sono soggetti che fanno fatica a lavorare in shaping, il loro livello di stress si alza sensibilmente, alcuni si chiudono, altri sembrano inizialmente essere attivissimi, ma in realtà sono semplicemente "nevrotici" e questo sfocia a lungo andare in pianti, pigoli, deconcentrazione. Per alcuni può essere molto più semplice da capire e non portare a reazioni di stress se vengono guidati verso la strada per il successo del comportamento, magari anche in stimolo. Per altri invece lavorare in stimolo o anche non lavorare in shaping puro, rende il lavoro troppo meccanico…
Tanti mi chiedono perché andare in gara, perché secondo me è bello, interessante fare sport cinofili. Perché secondo me metti alla prova al 100% il tuo rapporto con il cane, impari a leggere ogni minimo movimento, ogni minimo pensiero, impari a controllarti, impari a cercare di trovare il metodo giusto per insegnare una cosa, impari a metterti sempre in discussione e non sentirti mai arrivata come binomio. Impari che il tuo cane ti legge dentro e conosce ogni cosa di te e dovrai imparare a gestire le emozioni, impari che in gara ci sei solo tu e il tuo cane, nient'altro, nessun bocconcino, nessun gioco a cui delegare, solo tu, il tuo cane e il vostro rapporto.
  
  
 
 
 
Mi ricordo però una cosa che disse una campionessa del mondo di obedience (una volta terza, una volta seconda e una volta prima) ad uno dei miei primi stage. Chiese se noi partecipanti sapevamo che era la campionessa del mondo. Noi chiaramente rispondemmo di si. Poi chiese se quelli che stavano arrivando per fare agility sapevano che lei aveva vinto il mondiale. Probabilmente qualcuno si e qualcuno no. Passarono delle persone per strada e ci chiese se qualcuno di quelle persone poteva sapere chi era lei. Chiaramente la risposta era no.
 
 
 
 
 
 
  
 
  
 